L’Azienda Agrigola Lenardon, a Muggia (località Pisciolon), produce vini autoctoni e olio extravergine da oltre cent’anni (e con alcune piante di quasi 90 anni…). Nel 1954 la linea di confine tra la ex Jugoslavia e Italia venne tracciata sulla casa dei Lenardon, dividendola in due parti; solo dopo 6 mesi di confisca l’abitazione venne riconsegnata alla famiglia.
Il sig. Bruno, persona squisita, l’ho incrociato più volte a manifestazioni e degustazioni e mi riservo sempre di andarlo a trovare direttamente nella sua azienda, sentirlo parlare dei suoi terreni e dei suoi prodotti è una gioia per le orecchie vista la passione e l’amore che traspare dalle sue parole.
I vini sono tutti monovarietali, il suo Refosco l’avevo provato sia a Teranum che a una degustazione: Refosco dal peduncolo rosso per circa il 60% il rimanente 40% Refosco dal raspo verde (Terrano). Un vino con tipici sentori della varietà tra frutti di bosco e un poco di “selvatico”. Una bella struttura, fresco, sapido e con un tannino ben presente anche se non troppo invadente.
Malvasia Istriana I.G.P Venezia Giulia 2016, scovata nella cantina di mio papà, viene quasi tutta da una pergola di 80 anni, un vino con una bella complessità di profumi, dall’agrumato al salmastro, erbe aromatiche e balsamiche, lievemente speziato e con sentori vegetali racchiuso il tutto in un mix molto elegante. Una bella corposità, intenso, con un gran equilibrio e una piacevole lunghezza.
Il vino più particolare però è di sicuro Elysium: moscato rosa di Parenzo.
Vitigno molto raro quasi scomparso, la sua origine è controversa, chi afferma che arrivi dal Caucaso e chi dall’isola di Cipro.
Faceva parte della tradizione vitivinicola Muggesana e Istriana prima e a cavallo delle due guerre. Quasi scomparso perché controproducente coltivarlo, richiede, infatti, di stare molto più tempo in vigna rispetto ad un altro vitigno ed è soggetto ad aborto floreale in fioritura, lasciando solo pochi chicchi sul grappolo (peggio del Picolit).
Viene coltivato perché è un ricordo particolare dell’infanzia. La sua famiglia, infatti, possedeva una vigna che nel 1954, con la definizione dei confini, era rimasta in Jugoslavia e poi, successivamente, è andata perduta.
Circa 30 anni ha reimpiantato una nuova piccola vigna recuperando vecchi tralci abbandonati e innestandoli. Ora produce circa 400 bottiglie da 0,50 litri di questo vino molto particolare nonchè raro. Fresco, molto profumato, un richiamo evidente alla fragolina di bosco e accenni di rosa, un vino leggero e delicato, non lungo, ma piacevole.
Devo assolutamente provare ancora l’Aurum: moscato giallo e moscato bianco in parti più o meno uguali, secco con pochi zuccheri residui e ovviamente anche il suo olio “DOP Tergeste” prodotto per l’80% con olive della varietà Bianchera e per il rimanente 20% dalle varietà Leccino, Pendolino, Frantoio e Carbona, raccolte da piante di età compresa tra 17 e 88 anni.